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* Le trame di Dario …
fragili bozzoli contro i rumori del mondo …
trame
intricate … sulla soglia misteriosa di un’apocalisse figurale che
lasciata da tempo l’architettura onirica di una metropolis ferocemente
litica che di poi altri avrebbe pur edificato tedesca lui tesse con
lucida serica e impalpabile eresia il filo di una realtà altra in un
mondo surreale di condizioni equilibrate col quale dialoga e combatte
duellando una resistenza solitaria che pur gli garantisce quotidiano un
controllo violento dei sensi, delle forme e dei valori altri e
altrimenti densi insieme …
credo che quando “sta con i suoi quadri”,
Dario “parli” anche “con i suoi quadri” … gli bisbigli qualcosa e che
loro, talvolta, rispondano …
gli sussurri fitto fitto ogni giorno e
insieme li ascolti, in una carezza li tocchi …
che parli loro
attraverso gli strumenti della pittura e attraverso loro quindi anche
al mondo nostro banale …
ho cercato spesso di ascoltarli quei dialoghi
segreti, ma il discorso si fa subito muto e più segreto fra loro …
Dario finge quindi lo scherzo col linguaggio, talvolta, apparente
infantile, angelico, misterioso, universale, tutto suo fino al limite
dell’ossessione, della mania, del paradosso, del solipsismo,
introverso, ma comprensibile come un gioco avvincente e misterioso
fatto di forme per tutti, di figure, simboli, segni, di silenzi e di
attese, di fondi e di equilibri eterei, di condizioni sottili, aeree,
leggere …
acropoli, paesaggi, tralicci, farfalle, noodles …
sogni
aurorali e notturni, reali, concreti, terrosi, rupestri, murali,
ctonii, lavici, granitici …
che insieme levitando labirintici sull’orlo
del cratere …
incerti ondeggiano sull’abisso …
si fanno promessa di
poesia …
premessa di felicità …
panta rei …
fragili bozzoli contro i
rumori del mondo …
G.M. 4. ’013